
Due storie da non dimenticare di Andrea Giannasi
In occasione del Giorno della Memoria non dimentichiamo la tragica storia dei coniugi Sternfeld, ebrei trattenuti a Bagni di Lucca e suicidatisi subito dopo l’avvento della Repubblica Sociale Italiana. Marito e moglie uniti nella scelta di non subire la deportazione da parte dei nazisti e uniti nella grande storia dell’Olocausto.
Questa è una storia che non può non lasciare indifferente il lettore. Una storia con un epilogo terribile: gli Sternfeld il 9 dicembre 1943 vennero rinvenuti morti dai carabinieri, allertati dal padrone di casa della coppia.
Bernardo Sternfeld aveva 58 anni e una storia incredibile alle spalle. Il 22 luglio del 1940 è in Italia e risulta internato a Isola del Gran Sasso (Teramo), e poi viene trasferito il 12 agosto del 1941 a Ferramonti e dal 9 dicembre del 1941 a Bagni di Lucca.
La moglie è Giovanna Weill, nata a Vienna il 7 maggio del 1888 e lo segue nel peregrinare in cerca di aver salva la vita. Sono entrambi austriaci e fuggono da Vienna e dalle persecuzioni naziste che hanno già portato migliaia di ebrei nei campi di concentramento poi trasformati in campi di sterminio.
A Bagni di Lucca vivono in affitto in un piccolo appartamento. Hanno un misero sussidio e sono impossibilitati in tutto, visto che il governo italiano vieta agli ebrei di lavorare. Ma è con l’avvento della Repubblica Sociale Italiana che comprendono che ormai tutto è finito. Decidono così di suicidarsi, sigillando la camera con cuscini e coperte, accendendo due bracieri con il carbone. Saranno i fumi tossici a stordirli e poi ucciderli nel sonno. Vengono rinvenuti sdraiati sul letto; lui con le mani incrociate sul petto, lei con il braccio sinistro sotto il corpo del marito, forse in un ultimo abbraccio.
Sul comodino una lettera in tedesco che viene velocemente tradotta e allegata al verbale dei carabinieri. “Dopo che siamo stati tre anni e mezzo internati, deve colpirci un altro destino più duro del primo, perciò vogliamo finire questa vita. […] abbiamo sempre vissuto con onestà. […] molto abbiamo perduto, facciamo finire i disturbi. Alle autorità che sino ad oggi ci hanno trattato con umanità siamo riconoscenti”.
Bernardo e Giovanna tolgono il disturbo e se ne vanno e anche in questo momento non c’è pietà. Il compilatore del verbale toglie la parola “disturbi” (nell’originale della traduzione – che il lettore troverà in appendice – la parola è ben leggibile ma rigata e cancellata), inserendo un generico “schianti”. Come se si volesse ricordare che non vi è colpa alcuna nel doloroso gesto dei coniugi Sternfeld.
Nella lettera Bernardo chiede che dell’accaduto venga informato il fratello Siegmund che si trova a Pianella in provincia di Pescara. E qui si apre una nuova pagina che rende viva ed eterna la storia della Shoah, perché è un intreccio di traiettorie e di vicende che sono destinate a non chiudersi mai.
Nato nel 1887, Siegmund (in alcuni documenti è riportato Sigismondo) era entrato in Italia nel 1938 attraverso Bolzano, molto probabilmente immediatamente dopo l’occupazione tedesca dell’Austria. Nel 1940 arriva in Italia anche l’ebrea tedesca Rosa Steiner, nata a Berlino il 25 maggio del 1914. I due si conoscono nel 1940 presso il sanatorio “Villa Maria” di San Severino Rota (SA). Il 10 dicembre del 1941 la Questura di Salerno autorizza che i due possano sposarsi e il 7 maggio 1942 il Capo Culto della Comunità Israelitica di Napoli, Umberto Coen celebra il rito. Il 9 novembre del 1942 i due vengono trasferiti a Pianella (Pescara) dove poi lavoreranno come traduttori presso il comando germanico. Il 31 marzo del 1944 (secondo un altro documento si tratta del 30 aprile), avvertiti di un loro imminente arresto per essere deportati, i coniugi decidono di togliersi la vita. Il 12 giugno Pianella verrà liberata dagli italiani del Corpo Italiano di Liberazione.
Due fratelli Bernardo e Siegmund che con le loro compagne si uccidono per andare oltre e non finire nelle mani dei carnefici. Due storie da non dimenticare.


Questa e altre storie sono state pubblicate nel volume di Virginio Monti “La questione ebraica in provincia di Lucca”.
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