
In occasione del consiglio comunale straordinario di Lucca dedicato al Giorno della Memoria e al Giorno del Ricordo, svoltosi a Palazzo Santini lunedì 30 gennaio, pubblichiamo l’intervento di Andrea Giannasi, consigliere della Giunta nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà e membro di ATVL.
“Buonasera a tutte e tutti.
Ho avuto la fortuna di incontrare nel mio lavoro di ricerca e studio persone come Piero Terracina deportato ad Auschwitz o Gilberto Salmoni, internato a Buchenwald. Ascoltare Sami Modiano o Shlomo Venezia. Vivere con loro le testimonianze nelle scuole e i viaggi in auto insieme. Quello che mi porto sempre dietro è il tratto in cui non c’erano più parole per descrivere la Shoah. E allora calava un silenzio che si faceva vuoto. Noi quel vuoto dobbiamo custodirlo ed evitare che si possa riempire di altro. In quel vuoto c’è tutto ciò che Primo Levi definiva indicibile. In quel vuoto dobbiamo evitare che entrino giustificazioni, revisioni, ma anche colori, bandiere, ideologie, sigle, nomi e altro.
Quel vuoto appartiene a tutti. E tutti dobbiamo custodirlo perché nessuno è immune dal processo della dimenticanza.
Ecco dunque il compito che tutti noi abbiamo oggi: farci testimoni ogni giorno, ogni istante affinché l’antisemitismo, il razzismo, la discriminazione, siano soggetti senza verbi e sostantivi.
Sono qui per ricordare come consigliere nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà e come rappresentante dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà, l’esperienza di una realtà che a Lucca e in Toscana fin dal 1949 ha riunito i partigiani autonomi e cattolici. Personalità come Augusto Mancini, Maria Eletta Martini, la famiglia Baccelli, Aldo Muston, Carlo Gabrielli Rosi, ma anche la madre di Leandro Puccetti del Gruppo Valanga, la madre di Manrico Ducceschi “Pippo” dell’XI Zona, e ancora Don Renzo Tambellini, il Ten. Bertagni della Brigata Lunense, Aldo Battaglini, Pietro Petrocchi (potrei andare avanti molto perché in ATVL a fine anni ’80 erano iscritti 900 partigiani, patrioti). Nomi che troviamo scolpiti a perenne memoria su lapidi, memoriali e ai quali sono state intitolate piazze e vie.
L’ATVL da anni ha ripreso il proprio lavoro nelle scuole e tra le comunità. La Costituzione italiana e i suoi valori, animati al termine di una dura lotta di liberazione, rappresentano i nostri ambiti insindacabili. La libertà, la lotta per l’eguaglianza, il contrasto all’antisemitismo e al razzismo, sono i valori che ATVL pone sempre e ovunque come principi cardine del proprio lavoro.
Con questo spirito e questi intenti abbiamo lavorato per anni con la giunta Tambellini e con l’assessore Ilaria Vietina e con queste finalità lavoriamo con la giunta Pardini. Perché il compito di ATVL è farci tutti volontari della libertà condividendo ideali comuni. E con questo scopo sono qui a ricordare che in questi giorni stiamo portando nelle scuole – con l’amministrazione comunale e con l’ufficio scolastico territoriale – (incontrando oltre 300 ragazzi), l’esperienza indicibile del campo di concentramento per sole donne di Ravensbruck.
Poche settimane fa come ATVL abbiamo accolto a Lucca la figlia di Nusia Aliza Hoffman, la nostra Nuska. La signora ebrea polacca che visse l’orrore dei campi di concentramento e che per anni al Museo della Liberazione con ATVL ha testimoniato incontrando decine di classi e centinaia di studenti. Colgo questa occasione per invitare il sindaco a ricordare con una targa o con una intitolazione questa grande donna.
Ma mi preme anche parlare dell’urgenza della questione legata al Giorno della Memoria. Mi permetto di definire “nostra” la Liliana Segre che pochi giorni fa ha parlato del rischio di trovarci tra qualche anno a ricordare la Shoah con una sola riga. Quanto accaduto “sintesi” e non più come oggi facciamo: confronto, dibattito, incontro. Ecco su cosa invito a riflettere. Noi dobbiamo farci tutti testimoni affinché anche tra cinquanta o cento anni si continui a parlare degli orrori e delle bestialità del nazismo e del fascismo.
E vengo al Giorno del Ricordo invito tutti agli incontri che faremo anche presso la sede del Centro Studi di Storia Contemporanea “Carlo Gabrielli Rosi” e nelle scuole. Alla presentazione del volume del prof. Paolo Battistini dedicato al diario della mamma esule istriana. All’inaugurazione della mostra dedicata all’inserto satirico El Spin uscito a Pola tra il 1945 e il gennaio del 1947.
E concludo ritornando ancora a quel vuoto che dobbiamo custodire come bene comune”.
Andrea Giannasi